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dj nikkei

Tuesday, February 01, 2005

Notte in bianco con DEAN KOONTZ, A Darkness In My Soul

Notte travagliata... mi sveglio alle 02:30... arsura!
Non mi riaddormento... inizio a leggere il libro, il libro s'impadronisce di me e lo leggo fino alla fine.

Semplicemente stupendo, uno dei + visionari che abbia mai letto. Non potevo non condividere col resto del mondo alcuni dei frammenti più intensi.

A Darkness In My Soul

Un uomo non è, sempre, continuamente consapevole di avere le mani. Un uccello, qualche volta, deve dimenticarsi che esiste il cielo, perché gli è diventato troppo familiare.

Liberati dai falsi scopi. Tu vivi per amare: questa è la ragione. È così per la maggioranza degli esseri umani. Non cercare uno scopo grandioso, significati più complessi, il perché del mondo o la ragione dell'odio e della guerra. Accontentati di conoscere te stesso. Colui che si conosce è un saggio.

Considerate la mente umana: ha tre parti principali: l'Io, il Super-io e il Sé. Il primo è ciò che siamo e ciò che abbiamo raggiunto attraverso le prove della vita; il secondo è ciò che pensiamo di essere e ciò che cerchiamo di fare credere agli altri di essere; il terzo è tutte le cose che vorremmo essere e che vorremmo fare ma che - a causa della riprovazione pubblica o di un conflitto con il nostro Super-io e il senso di colpa - non osiamo mai prendere in considerazione. Nel Sé vi sono le sfaccettature tenebrose della nostra anima umana, frammenti dell'eredità razziale e altre parti esclusivamente nostre; la sete del sangue e il desiderio di sbranare la carne; appetiti sessuali di carattere grottesco o su scala grottesca; l'istinto del cannibalismo, la fame del sapore della carne umana. Noi reprimiamo il Sé, e di solito non ci rendiamo neppure conto che si agita dentro di noi come un verme nella mela, tanto è completo il velo della civilizzazione.

Non sembrò scosso dalla scoperta che l'universo non aveva uno scopo, che Dio è pazzo e lo è sempre stato.

Il crimine, secondo me, non è altro che un male necessario, un sottoprodotto della libertà. Quando dai a un uomo un elenco di diritti, delle cose che dovrebbe poter fare secondo la sua posizione sociale nella comunità umana, offri all'individuo privo di scrupoli una lista che egli stiracchierà per i propri fini. Dai al furbo qualcosa da esaminare in cerca di scappatoie.
E alla fine, trovi i criminali che fanno funzionare a loro beneficio il sistema della libera iniziativa, così come lo intendono loro. E allora li arresti e li punisci, ma impari a vivere con loro. A meno che tu non preferisca accorciare 1'elenco delle libertà che tutti godono. Potresti tagliare la lista dei diritti, o eliminarla del tutto, offrendo così all'individuo privo di scrupoli qualcosa di meno da stiracchiare, meno possibilità di inventare scappatoie. Tutti ne soffrono, naturalmente, quando l'elenco viene distrutto. E i più furbi e intelligenti degli individui privi di scrupoli riescono comunque a insediarsi al vertice della piramide... o magari sono stati proprio loro a eliminare l'elenco dei diritti, per bloccare la concorrenza da parte dei disonesti dilettanti. Si autoproclamano «amministrazione cittadina», e rubano legalmente.

Non ero stato altro che un uomo, e avevo ricavato soltanto sofferenze dal mio rifiuto di ammetterlo. Andavo a sbattere contro la realtà, comportandomi come un dio, e quando mi ferivo o mi spaventavo, non ce la facevo a reggere. Non mi ero mai preparato alla sofferenza e alla paura, perché non riuscivo a capire che l'una e l'altra potevano capitare anche a un dio.

La società era un agglomerato di individui che valeva meno delle sue singole parti. Nei governi e nelle istituzioni, gli uomini scelti per comandare, scelti per fissare una politica e per imporre le proprie decisioni, erano eletti dalla società che li appoggiava; e poiché ogni membro della società è diverso, poiché attraverso le elezioni deve essere raggiunta una media, le cariche andavano a uomini mediocri. Coloro che sono molto intelligenti votano per i candidati intelligenti: ma non lo fa nessun altro, perché tutti diffidano dell'intelligenza. I reazionari e i ciechi votano per coloro che urlano i loro slogan, ma non lo fa nessun altro. Alla fine, la gente di mezza tacca elegge i suoi, semplicemente perché quella è la maggioranza. E così abbiamo i mediocri. E poiché i mediocri non sono in grado di affrontare i problemi di tutte le fazioni della società, formano pessimi governi e pessime istituzioni. Diffidano degli intellettuali, e non credono alla loro saggezza. Temono i reazionari e i ciechi perché costoro minacciano il progresso (un bene che i mediocri, per tutta la vita, si sono sentiti dire di dover amare). Esercitano la repressione sugli intellettuali e sui reazionari e abbracciano la gente identica a loro. Ma poiché sono mediocri, non servono bene la loro gente, e la corruzione dilaga. Mentre ogni singolo individuo della società può essere capace di governare la propria sfera, l'agglomerato del governo è incapace di governare qualunque cosa, se non grazie all'intimi-dazione e alla fortuna.

Per vincere le partite dell'esistenza, non bisogna cercare di lottare secondo le regole della società, perchè nella maggioranza dei casi ci si batte contro gli individui, non contro la società. Per vincere, bisogna affrontare il gioco in termini individuali: non battersi contro un'immagine stereotipata, non contro un'immagine societaria, ma contro l'altro uomo, l'avversario individuale.

Tutte le religioni dell'umanità non erano riuscite a comprendere la ragione fondamentale del caos, della violenza cieca e dell'odio. Avevamo attribuito tutti i mali del mondo alle «prove divine» della volontà e del coraggio umano. Ma era tutta una falsità teologica, perché la forza che dava energia all'universo era la demenza, non la ragione; la pazzia e non la misericordia.



Posted by nikkei |


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